Fino a ieri la rete elettrica classica distribuiva ininterrottamente enormi quantità di energia dalle centrali di produzione fino alle nostre case e aziende in maniera unidirezionale.
Il ruolo del consumatore era quindi completamente passivo poiché l’unica possibilità era acquistare l’energia elettrica per il proprio fabbisogno dai grandi produttori.
In questi anni è aumentato il numero di impianti fotovoltaici che hanno richiesto alle reti elettriche un punto di accesso per immettere l’energia prodotta.
Per comprenderne la portata basta considerare che in Italia dal 2006 al 2018 sono stati installati più di 700.000 impianti residenziali.
In questo contesto non è detto che l’attuale rete elettrica sia adeguata a coordinare tutto questo flusso di energia.
La gestione di un grande numero di piccoli impianti distribuiti sul territorio richiede alla rete elettrica di evolvere. Ma deve diventare elettronica e intelligente?
Senz’ altro deve essere in grado di consentire a tutti i produttori di scambiare l’energia prodotta (anche da impianti casalinghi), di immagazzinarla, di distribuirla in modo efficiente e sostenibile.
Ecco perché parliamo di Smart Grid!
Una smart grid è una rete elettrica che mette in comunicazione diverse utenze (ad esempio abitazioni, piccoli produttori domestici, aziende, esercizi commerciali, etc.) per mezzo di tecnologie intelligenti che consentono una gestione avanzata dell’energia.
Se la rete elettrica attuale funziona in maniera unidirezionale, cioè l’energia viene trasportata dalle centrali fino al punto di prelievo, una Smart Grid invece funziona in maniera bidirezionale.
I flussi di energia possono quindi seguire la direzione del prelievo dalla rete, ma possono anche andare nell’altra direzione ovvero essere immessi in rete.
Per un consumatore potrebbe poi essere conveniente acquistare energia dall’esterno oppure da un suo vicino.
Per un produttore potrebbe essere conveniente immagazzinare gli eventuali surplus di produzione per un successivo utilizzo, o immetterli in rete per coprire il fabbisogno di consumo di un suo vicino.
Una smart grid è inoltre in grado di ottimizzare sia i consumi elettrici che la produzione per mezzo di logiche che gestiscono al meglio i flussi di energia.
Siamo davanti ad una tecnologia di reti intelligenti in grado ad esempio di sfruttare la propria produzione nelle ore del giorno in cui il prezzo dell’energia risulta più alto e sospenderla quando invece risulta più conveniente.
Nella rete intelligente è possibile integrare piccoli e grandi impianti di energia da fonti rinnovabili. Questo consente di sommare i vantaggi della generazione distribuita (costi infrastrutturali più contenuti, minori perdite per trasporto etc.) con l’opportunità di partecipare a meccanismi di mercato remunerativi ed in genere riservati ai grandi player dell’energia (es. servizi di rete etc.).
Ciò che abbiamo appena visto è solo una parte dei benefici che si ottengono dall’utilizzo delle reti intelligenti.
E’ importante sottolineare che grazie anche a questa tecnologia si riduce il fabbisogno di energia prodotta dalle grandi centrali a gas, petrolio o carbone e di conseguenza si riducono le emissioni di Co2.
Le Smart Grid rientrano quindi tra i sistemi utili per la lotta contro il cambiamento climatico e per il perseguimento degli obiettivi di efficienza energetica fissati dall’Unione Europea per il 2030.
Ad oggi chi ha deciso di installare sul proprio tetto un impianto fotovoltaico può consumare l’energia prodotta e vendere il surplus di produzione diventando un Prosumer.
Un Prosumer è a tutti gli effetti un soggetto non più passivo nel processo di consumo e produzione dell’energia: ha deciso di essere attivo nella gestione dei propri consumi energetici autoproducendo con il proprio impianto una parte importante dell’energia che consuma.
Resta il fatto che la restante parte della sua produzione viene immessa in rete e che non c’è un effettivo controllo della destinazione di tale energia.
Inoltre il prezzo di vendita non è particolarmente conveniente.
Può quindi fare molto di più!
L’esistenza di numerosi prosumer infatti, sta diffondendo una nuova idea di “condivisione di energia autoprodotta”, orientando il mercato verso il modello bidirezionale, efficiente, che consenta un effettivo scambio tra vari soggetti sia passivi che attivi al fine di aumentare l’autoconsumo verso livelli molto più elevati di quelli attuali.
Si sta prospettando un nuovo modo di produrre e distribuire energia vicino ai luoghi di consumo, con evoluti sistemi di gestione delle reti, più intelligenti e in linea con le tecnologie innovative digitali.
Questa tipologia di sharing economy creerà vantaggi per tutti: i proprietari potranno guadagnare da un bene (l’energia prodotta) che fino a questo momento non è stato sfruttato in tutte le sue potenzialità e gli utilizzatori terzi ne beneficeranno riconoscendo una somma di denaro per il proprio consumo.
E questa energia consumata sarà prodotta da fonti rinnovabili!
Un produttore di energia potrà scegliere consapevolmente cosa fare dell’energia prodotta dal fotovoltaico: autoconsumarla o venderla ad altri utenti ottenendo la giusta remunerazione.
In un prossimno articolo vedremo quali sono le prospettive future del settore dell'elettricità.
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