Le auto elettriche considerate il futuro della mobilità su quattro ruote che contribuirà a ridurre i livelli d’inquinamento atmosferico.
Ma è davvero così?
In realtà le auto a propulsione elettrica sono nate oltre 100 anni fa ed hanno anticipato quelle con motore a scoppio, ma non si sono diffuse.
Facili da guidare, silenziose ed economicamente più vantaggiose da costruire (nella parte meccanica), queste le caratteristiche che hanno reso le auto elettriche il mezzo di trasporto utilizzato a partire dalla prima metà dell’800.
Quale sarà l’evoluzione di questa tecnologia? E perché rappresenta il futuro del mercato automobilistico?
Rispetto ai motori a combustione dell’epoca, le elettriche avevano prestazioni migliori tanto che nel 1899 la “Jamais Contente” superò per la prima volta il muro dei 100 km/h!
Il grande difetto però era rappresentato dalle batterie troppo grandi e non abbastanza potenti, per poter percorrere un accettabile numero di km.
Tali difetti decretarono di fatto l’abbandono di questa tecnologia anche in virtù dell’avvento nel 1916 del motorino di avviamento che rese il motore a scoppio più appetibile ed economico.
Grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e la crescente consapevolezza sull’importanza della salvaguardia e benessere del nostro pianeta, le auto elettriche sono diventate un'alternativa concreta per la mobilità.
Le auto elettriche sono automobili con motore alimentato da energia elettrica e non da benzina o altri combustibili fossili.
Sono quindi veicoli privi di tubo di scappamento perciò ad emissione zero di CO2!
Su questo punto però, ad onor del vero, c’è un grosso dibattito circa la produzione indiretta di anidride carbonica.
L’energia elettrica per alimentare le automobili è infatti ad oggi prodotta solo in parte da fonti rinnovabili ed in gran parte da combustibili fossili.
Diventa quindi di primaria importanza aumentare la quota di produzione rinnovabile nel mix energetico nazionale, per evitare di ottenere solo lo spostamento della produzione di anidride carbonica dai tubi di scappamento alle ciminiere delle centrali elettriche.
Al posto del serbatoio le auto elettriche sono dotate di una batteria agli Ioni di Litio e per poter circolare in autonomia come le normali auto con motore a scoppio hanno necessità di essere ciclicamente ricaricate.
La durata della batteria è sempre stato uno dei punti di debolezza di questi veicoli, nel tempo però sono stati fatti dei grossi passi in avanti per migliorarne la capacità riducendone le dimensioni e il peso.
Inoltre gli sviluppi della tecnologia consentono oggi di ottimizzare il bilancio energetico del veicolo.
Inizialmente il recupero dell’ energia era assicurato dalla sola installazione del Kers: un dispositivo importato dalle macchine di F1 capace di recuperare parte dell'energia cinetica del veicolo durante la fase di frenata e a trasformarla in energia elettrica.
Oggi invece il funzionamento dei moderni sistemi di recupero dell'energia in frenata non ha più nulla a che vedere con il sistema frenante dell'auto, a differenza di quanto si potrebbe pensare, a svolgere l'intero lavoro è lo stesso motore elettrico che mette il veicolo in movimento.
Quando il guidatore rilascia l'acceleratore, il motore elettrico inverte il suo funzionamento invece di cedere energia. In questo modo Il motore funge da alternatore recuperando l'energia cinetica ricavata dal movimento delle ruote, generando così corrente elettrica che verrà successivamente inviata alla batteria.
Si consideri ad esempio che nei modelli attuali il recupero dell'energia contribuisce fino al 30% dell’autonomia della batteria.
Grazie alle auto elettriche ci sarebbero 1,7 tonnellate in meno di CO2 nell’atmosfera in un anno per ogni veicolo e un risparmio di 65€ al mese di carburante.
E’ quanto è emerso da uno studio redatto da Selectra, comparatore di offerte di energia a livello europeo, che ha analizzato il risparmio economico garantito da un auto elettrica rispetto a un mezzo a benzina.
Ma quali sono i costi ed i tempi di ricarica?
Le auto elettriche possono essere ricaricate nelle colonnine pubbliche o a casa con un contatore domestico tra i 3 ed i 6 kW.
I tempi di ricarica dipendono dalla potenza disponibile, maggiori sono i kW a disposizione e minore sarà il tempo per la ricarica.
Ad esempio saranno necessarie circa 6 ore per fare una ricarica completa di una batteria da 40 kWh avendo a disposizione 3,7 kW-7,4 kW (ricarica lenta).
Invece con un un potenza inferiore o uguale a 50 kW è possibile fare una ricarica veloce della durata massimo di 1 ora.
Il costo di ricarica della batteria è strettamente collegato alla potenza disponibile.
Se prendiamo come riferimento il prezzo dell’energia per il mercato tutelato, aggiornato al primo trimestre del 2019, una ricarica completa con contatore domestico costerebbe circa 9€. Se ipotizziamo che una ricarica fornisce un'autonomia di 270 km e si percorrono 40 km/giorno per andare a lavoro, sarebbero necessarie 4 ricariche al mese ad un costo di circa 36 euro!
Il prezzo invece potrebbe oscillare tra i 15 e i 45€/mese se si opta per un abbonamento flat in uno dei diversi gestori di rete di ricarica elettrica.
Ma se la ricarica è così conveniente come mai le auto elettriche non sono ancora diffuse?
Il costo delle auto elettriche, rispetto alle versioni comuni, è ancora oggi particolarmente elevato.
La differenza di prezzo è superiore di circa 10.000€.
Considerando la struttura del mercato, i prezzi dei veicoli elettrici sembrano ancora troppo alti per garantire la conquista di una quota di mercato importante e gli ecobonus statali non sono sufficientemente cospicui per coprire il gap di costo.
Di contro però è giusto considerare che nella vita utile di un veicolo elettrico sono minori i costi legati all’usura dei componenti, alle imposte di possesso e circolazione.
Un altro grande deficit che rallenta la diffusione è dato dall’infrastruttura di ricarica ancora debole.
In Italia si stimano circa 8.300 punti di ricarica, numero evidentemente non sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale in particolar modo perché la rete non è diffusa in maniera omogenea sul territorio.
C’è infatti un divario notevole tra il sud dove sono poco diffuse e le altre aree del paese, con differenze notevoli anche fra regione e regione.
Ad oggi è più agevole utilizzare i veicoli elettrici in contesti urbani dove sono maggiormente concentrati i punti di ricarica, mentre è molto difficile poter percorrere lunghi tragitti fuori dalle città poiché sono ancora poco diffusi, anche se quelli installati hanno una maggiore velocità di ricarica
Zero emissioni e risparmio economico rispetto all’utilizzo di combustibili fossili spingono comunque il mercato delle auto elettriche verso una forte crescita.
Sono questi gli aspetti principali che stanno trainando le immatricolazioni: oggi nel mondo ci sono 5,3 milioni veicoli elettrici, nel 2016 erano solo 1,5 milioni (studio: 100Italian E–Mobility Stories).
Il paese con il maggior numero di veicoli elettrici è la Cina con 2 milioni (+150% nel 2018 rispetto al 2017), seguono gli Stati Uniti con 1 milione ( +100% nell’ultimo anno).
A livello europeo invece, nei primi mesi del 2019 la Norvegia si conferma leader quale mercato europeo più virtuoso con 9.694 auto elettriche immatricolate. Mentre la Germania batte la Norvegia nel campo delle elettrificate. (Il Sole 24ore).
All’ultima edizione del Salone dell’automobile di Ginevra sono state presentate una grande quantità di soluzioni di mobilità sostenibile a zero emissioni. Nei prossimi 5-10 anni sono inoltre previsti investimenti dalle casa automobilistiche a livello globale di circa 300 milioni di dollari. (ricerca: Reuters).
Come si posiziona l’Italia in questo scenario?
Nel nostro paese il numero di immatricolazioni di auto elettriche è più contenuto, ma si vedono segnali positivi.
Nell’ultimo anno le vendite sono raddoppiate passando dalle circa 5.000 unità del 2017 alle circa 10.000 del 2018 (UNRAE).
Nonostante la tarda adozione questa crescita fa ben sperare per il futuro.
Cresce l’infrastruttura (i famosi 8300 punti di ricarica) e il numero di aziende che si occupano dell’ampliamento del numero di colonnine presenti sul territorio nazionale.
Migliorano le applicazioni digitali che monitorando la presenza di stazioni permettono di programmare la ricarica durante il tragitto.
Arrivano gli incentivi statali i quali ricoprono un ruolo sempre più importante nella diffusione delle nuove tecnologie.
E’ di fatto partito lunedì 8 Aprile l’accesso agli incentivi statali attraverso i quali i concessionari di automobili, accedendo al portale ecobonus.mise.gov.it, possono richiedere l’ecobonus per l’acquisto di auto elettriche ed ibride per i loro clienti.
Il decreto stabilisce una serie di requisiti che i modelli di auto devono avere per accedere al contributo e come questo cambia a seconda delle caratteristiche tecniche.
I modelli si dividono in due categorie:
Possiamo quindi considerare imminente l’affermazione della mobilità elettrica?
Senz’altro rientra tra gli elementi che l’Unione Europea ha inserito nel documento “Clean Energy for all europeans”, necessari per mantenere sotto controllo il cambiamento climatico e la transizione verso un modello di energia sostenibile.
I segnali sul cambio di rotta verso la mobilità elettrica sono forti e positivi in tutto il mondo non solo nel settore privato ma anche nel pubblico.
Si consideri a titolo di esempio che oggi circa il 20% delle flotte di bus a livello globale sono elettriche, con le città cinesi leader di questo trend con il 99% dello stock mondiale.
Nel nostro paese, il passaggio alla mobilità elettrica è più lento sia per via di un retaggio storico dell’industria automobilistica fondata su veicoli alimentati da fossili combustibili che per la la tardiva pubblicazione del decreto da parte del Ministero dello Sviluppo Economico sugli ecobonus per l’acquisto di vetture elettriche.
Ad ogni modo nei prossimi mesi verranno pubblicate le prime statistiche sulle vendite dei veicoli elettrici che ci aiuteranno a valutare la validità della strategia degli incentivi e capire meglio se e quando riusciremo a competere con i numeri di Norvegia e Germania.
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