Il periodo estivo volge naturalmente al temine ed arriva il momento di verificare il corretto funzionamento dell’impianto che ci terrà caldo durante l’inverno.
Sono tanti i dispositivi disponibili sul mercato destinati al riscaldamento dell’ambiente domestico, ma quali sono quelli che ci permettono di avere una casa calda e risparmiare in bolletta?
La risposta corretta è “dipende”.
Dipende infatti da diversi fattori, come ad esempio dimensioni e caratteristiche dell’edificio, impianto presente e stato dello stesso, costi di manutenzione, etc.
In questo articolo ci concentriamo su due tecnologie: caldaie a condensazione e stufe a pellet, dispositivi che permettono di risparmiare e che usufruiscono di incentivi statali consistenti.
Una caldaia a condensazione a gas è il dispositivo che ha preso il posto delle classiche caldaie a gas perché più efficiente.
Questa tipologia di caldaia, a differenza delle tradizionali, recupera il calore presente nei fumi di scarico che altrimenti verrebbe disperso nell’ambiente e lo utilizza per produrre energia.
La tecnologia delle caldaie a condensazione permette di raffreddare i fumi fino a farli tornare allo stato liquido, recuperando, con il cambiamento di stato, il calore latente per riscaldare l’acqua dell’impianto di riscaldamento.
I fumi in uscita dalle caldaie tradizionali possono raggiungere temperature di 140-160° C: tutto questo calore accumulato non viene sfruttato in alcun modo, ma disperso nell’ambiente.
Le caldaie a condensazione riescono invece a sfruttare il calore presente nei fumi di scarico: il vapore contenuto nei fumi viene fatto condensare ed il calore ottenuto da questo processo fisico viene utilizzato per pre-riscaldare l’acqua in ingresso della caldaia, ottenendo così considerevoli risparmi in bolletta.
Questo dispositivo ha la stessa funzione di una caldaia a gas ma più sostenibile infatti pur mantenendo alte prestazioni, la tecnologia della condensazione, permette un abbassamento delle emissioni nocive, monossido di carbonio e anidride carbonica, fino al 75% ed un risparmio in bolletta fino al 35%.
Per un maggiore rendimento sulla produzione dell’acqua sanitaria, le caldaie a condensazione possono anche essere combinate con l’azione di un impianto solare termico il quale preriscalda l’acqua in ingresso alla caldaia: questa combinazione riduce drasticamente il fabbisogno di combustibile.
Non da ultimo è da considerare che se si decide di passare ad una caldaia a condensazione è possibile usufruire degli incentivi statali, agevolazioni fiscali chiamate “EcoBonus” per l'efficientamento energetico con detrazioni fino al 65% che devono essere comunicate all’ENEA.
La sostituzione della caldaia può beneficiare dell’Ecobonus, la percentuale di detrazione cambia a seconda della situazione:
Per l’effetto del decreto Crescita 2019, dal 1° luglio è possibile anche ottenere
lo sconto in fattura (potenzialmente fino al 65% o del 50%) a seconda del tipo di caldaia acquistata, senza la necessità quindi di inviare la comunicazione Enea.
Per il privato cittadino che sostituisce la propria caldaia tradizionale con una a condensazione non è più possibile richiedere l’incentivo del Conto Termico in alternativa alla detrazione fiscale.
Questo tipo di incentivo resta invece prerogativa delle sole Pubbliche Amministrazioni.
E’ l’erede delle diffuse stufe a legna e produce calore attraverso la combustione di un materiale naturale chiamato pellet.
Il pellet si ottiene dalla lavorazione degli scarti di lavorazione del legno (segatura) che sottoposta ad altissime pressioni diventa un prodotto ecologico e naturale.
Le sue ridotte dimensioni e costo hanno contribuito alla diffusione di questo dispositivo, per il quale non è necessario avere uno spazio dedicato allo stoccaggio come avviene per la stufa a legna.
Il principio di funzionamento è molto simile a quello del suo antenato, attraverso la combustione del pellet il calore viene sprigionato e diffuso nell’ambiente in cui è posizionata la stufa, anche grazie al possibile ausilio di ventole.
La principale differenza è invece la presenza dell’alimentazione elettrica per l’avvio: la fiamma nasce da una scintilla prodotta elettricamente e l’ausilio elettrico consente di gestire l’intensità della fiamma e quindi il consumo di pellet.
La combustione del pellet, derivato diretto del legno, produce cenere in quantità minore rispetto alla classica stufa ma questo implica comunque l’aspirazione periodica (ogni 2-3 giorni) al fine di mantenere un corretto funzionamento della stufa.
Da tenere in considerazione che con cadenza annuale, di solito a fine stagione invernale, è necessario far intervenire un tecnico per sottoporre la caldaia alla manutenziona obbligatoria per legge.
Chi decide di installare in casa una stufa a biomassa oltre a godere del calore prodotto e dell’atmosfera magica che solo la fiamma crea, può arrivare a risparmiare annualmente più del 40% rispetto a sistemi a GPL, gasolio e metano.
Visto il risparmio energetico derivante dall’utilizzo di questo sistema di riscaldamento e le minori emissioni nocive in atmosfera, è stato inserito tra i dispositivi che possono usufruire delle detrazioni fiscali per lavori di efficienza energetica (Ecobonus) oppure di quelle per la ristrutturazione edilizia.
Con la Manovra finanziaria 2019 sono state prorogate le agevolazioni per gli interventi di risparmio energetico le quali prevedono per le stufe a pellet la detrazione fiscale del 50%.
Qualora non si possa o non si intenda usufruire della detrazione Irpef Ecobonus o Bonus Casa del 50% si può comunque cedere il credito fiscale al fornitore ricevendo in cambio uno sconto in fattura.
In alternativa alla detrazione fiscale in caso di sostituzione dell’impianto di riscaldamento esistente con una stufa a pellet è possibile usufruire degli incentivi del Conto Termico.
In questo caso il valore dell’incentivo dipende da numerosi fattori quali ad esempio le caratteristiche del dispositivo e la zona climatica del luogo di installazione.
Il pagamento dell’incentivo può arrivare a coprire fino al 60% del prezzo di acquisto e installazione e può avvenire in un’unica soluzione se l’importo è inferiore a 5.000 euro oppure in due anni nel caso sia superiore.
Non è possibile stabilire in termini assoluti se conviene più la detrazione fiscale o il conto termico, ma è necessario fare una piccola analisi nel caso specifico.
Come abbiamo visto nell’articolo sia la caldaia a condensazione che la stufa a pellet sono solo due dei tanti prodotti disponibili sul mercato che permettono di risparmiare in bolletta, ridurre i consumi portando benefici per l’ambiente ed il portafoglio.
Caratteristiche dell’abitazione, sistema di riscaldamento attualmente presente e abitudini di utilizzo sono i punti da considerare per scegliere il miglior sistema che consenta di trascorrere un inverno caldo e ricevere bollette leggere.
Per un’analisi specifica della propria situazione e un’assistenza completa è possibile scriverci.
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