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Danimarca, Germania e UK: record per le rinnovabili. Buoni esempi di sostenibilità.

24 Marzo 2020
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È sempre più competitivo il mercato delle rinnovabili e se gran parte dei paesi ancora deve fare grandi passi per l’indipendenza dalle fonti fossili, ad oggi ci sono tre grandi Nazioni che hanno prodotto circa metà dell’energia elettrica da fonti non inquinanti e che dimostrano di poter essere grandi esempi di sostenibilità ed avanguardia.

Sono la Danimarca, la Germania e la Gran Bretagna: vediamo meglio i loro risultati e come hanno contribuito a realizzare i target di sostenibilità.

Danimarca

La Danimarca è un esempio molto interessante di quanto sia possibile contenere l’inquinamento favorendo il progresso economico: è tramite lo sviluppo del comparto rinnovabile,​ in perfetta coerenza con le direttive europee sul Clima ed Energia, che offre al cittadino una validissima ed avanzata alternativa al carbone. 

La Danimarca, intanto, è riuscita a contribuire al contenimento delle emissioni: ha abbassato infatti del 37,25% la quantità di CO2 che ha introdotto in atmosfera rispetto il 1990 (Fonte IEA: https://www.iea.org/countries/denmark). E poi, ha adottato tutta una serie di strumenti per fare delle rinnovabili la principale e unica fonte di energia per tutto il paese. Vediamoli meglio.

Le rinnovabili come fonte energetica fondamentale.
La Danimarca è arrivata a coprire praticamente il 50% del suo fabbisogno elettrico
 grazie all’energia prodotta da fonti non inquinanti.

Forte della sua predisposizione climatica al vento ha fatto dell’eolico un settore strategico e in crescita. L’energia eolica, infatti, è arrivata a soddisfare la quota record del 47% della domanda elettrica totale, il restante 3% è stato garantito dal fotovoltaico. 

Copenaghen, la capitale danese nota già per i suoi vari riconoscimenti come “migliore città verde” e “migliore città in cui vivere”, ha manifestato il suo ulteriore obiettivo di diventare la prima città al mondo carbon neutral entro il 2025.

Per arrivare a ciò, in prima istanza, il governo sta adottando dei sistemi di monitoraggio, così da misurare e migliorare la performance di tutto il paese sul contenimento dell’inquinamento e riuscire a prendere provvedimenti nell’immediato.

In secondo luogo il governo danese punta a valorizzare il settore privato degli immobili: è necessario far crescere il valore degli immobili e supportare i proprietari nel momento in cui decidono di investire su tecnologie efficienti per la casa.
In questo modo un impulso verso un’economia green può arrivare anche da un importante settore privato.

Copenaghen infine punta sulla diffusione di impianti industriali altamente tecnologici che siano di beneficio all’ambiente ma anche al cittadino.
E’ così che è stato ideato il waste-to-energy, un gigantesco impianto industriale per la produzione di energia elettrica che ha già riscosso tanto successo tra i cittadini danesi.
L’impianto, la cui inaugurazione è prevista per il 2020, ha lo scopo di ridare utilità ai rifiuti urbani dei cittadini e produrre energia in maniera più efficiente, ma ha anche la finalità di offrire alle persone uno spazio per attività ricreative e sportive. 

Germania

E’ uno dei paesi economicamente più avanzati d’Europa che sta puntando molto sull’ampliamento del comparto delle rinnovabili

La Germania, inoltre, negli ultimi tempi ha notevolmente abbassato le emissioni, come a sfatare il mito che Pil ed emissioni siano strettamente legati

Quanto ha abbassato le emissioni? 
La Germania nel 2019 ha tagliato le sue emissioni di circa il +27,34% rispetto il 2019 (dati IEA: https://www.iea.org/countries/germany).

Quanto è cresciuto il settore delle rinnovabili?
Nel 2019 il peso delle rinnovabili supera il 50% della produzione di energia elettrica.
Nello specifico si nota come l’eolico sia il settore più sviluppato e dopo di esso il fotovoltaico

Quota Rinnovabili in Germania

Fontehttps://https://infogram.com/energia-in-germania-1h8n6mvmxonz6xo

 

Ancora è presente una buona percentuale di energia elettrica prodotta dal nucleare, nonostante i propositi della Cancelliera tedesca Angela Merkel di voler abbandonare questa fonte di energia il più presto possibile. 

In ogni caso, i passi per la neutralità climatica che questa nazione deve fare sono sicuramente ancora tanti ma il governo sta mettendo in atto provvedimenti concreti ed efficaci, che potrebbero portare a degli ottimi risultati in un futuro non molto lontano.

Quali sono gli strumenti adottati?
Dopo tante considerazioni il governo tedesco ha vagliato poco tempo fa le misure di protezione climatica entro il 2030 in un programma chiamato “Klimaschutz Programm”.
Le azioni riportate nel programma potrebbero contribuire concretamente alla riduzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030.

La Cancelliera Angela Merkel ha previsto di stabilire una tariffazione fissa per il mercato del carbonio orientato al settore dei trasporti ed edilizio: l’idea è di spronare tutti i Paesi, alla consapevolezza delle emissioni e alla collaborazione per limitarle.

Nel programma del governo per il superamento delle fossili, si prevede la chiusura di tutte le centrali a carbone entro il 2038.
Un fondo finanziario di circa 4,35 miliardi a supporto delle grandi industrie carboniere e degli operai addetti, per una chiusura anticipata. 

Il governo tedesco sulla strada della neutralità climatica al 2050, prevede di muovere un maxi finanziamento di 100 miliardi di euro entro il 2030.
Il fondo andrà in sostegno alle regioni minerarie che ancora hanno difficoltà ad adottare nuove tecnologie pulite: la promozione di investimenti verdi e lo sviluppo di nuovi posti di lavoro nel settore rinnovabili è secondo la Germania una strategia di crescita forte ed efficace.

Gran Bretagna 

I progressi della Gran Bretagna per avvicinarsi sempre di più ad un sistema economico stabile e sostenibile sono altrettanto interessanti.
Per iniziare consideriamo il miglioramento del paese nel contenere le emissioni di CO2 dal 1990 ad oggi: sono state tagliate, infatti, del 35,7% (Fonte IEA: https://www.iea.org/countries/united-kingdom).
Inoltre, la produzione di energia da fonti rinnovabili compete, finalmente, con quella derivante da fonti inquinanti.
Considerando che il Regno Unito è il paese della Rivoluzione Industriale, un paese votato al carbone, possiamo dire che i valori raggiunti sono un grande successo. 

Quanto pesano le rinnovabili in UK?
Come anticipato, il record per i più grandi paesi industrializzati è proprio quello di superare, per quantità, la produzione di energia da fonti inquinanti come il carbone.
Ad oggi in UK la produzione di energia da fonti alternative al carbone si attesta al 48,5%.

Quali sono gli strumenti adottati per contenere l'inquinamento?
Il governo britannico ha ritenuto utile adottare una strategia economica che desse un impulso importante al settore delle rinnovabili: abbassare il costo dell’energia rinnovabile potrà supportare meglio i cittadini e le imprese all’accesso a fonti più pulite. 

Questo sistema intaccherebbe, secondo le previsioni, solo una piccolissima percentuale del PIL nazionale (solo 1-2% dell’intera ricchezza della nazione), ogni anno fino al 2050.
Considerando il rapporto costi-benefici questo sistema risulta concretamente efficace per una reale uscita dal carbone.

Sono ancora aperti i dibattiti sulle misure adeguate per spingere le industrie del carbone ad una chiusura anticipata.
Per un paese la cui economia è da sempre fondata sulle industrie carboniere, è un passo importante l’eliminazione totale del fossile dalla filiera produttiva.

Di sicuro c’è una data. Il Regno Unito, infatti, intende chiudere definitivamente tutte le centrali sul proprio territorio entro il 2025.

In sostanza, questi sono solo 3 esempi concreti di Paesi fortemente orientati all’uscita dal carbone.
Quello che risulta di estrema importanza, è trovare la giusta direzione proprio come viene fatto attualmente da Danimarca, UK e Germania: ottenere i risultati a livello globale è possibile e questi Paesi lo dimostrano pienamente.
Ci auguriamo che tutti gli stati dell'Europa inclusi quelli economicamente e socialmente più svantaggiati possano prendere spunto dall'impegno mostrato da queste Nazioni virtuose pur considerando le proprie specificità.

 

 

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