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COP26 2021 di Glasgow per l’energia e il clima. Cosa aspettarsi?

30 Settembre 2020
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Punto di svolta per l’emergenza climatica, La COP26 o Conferenza delle Parti di Glasgow (UK), si sarebbe dovuta tenere nel prossimo novembre 2020 ma a causa dell’emergenza Coronavirus è stata rimandata al 1° novembre del 2021.
Ma cosa aspettarci, a questo punto per il prossimo anno, dalla COP26?
Vediamo di seguito.

La Conferenza delle Parti, arrivata al 26° anno consecutivo, si occupa di riunire tutti i Paesi del mondo per trovare una soluzione ai problemi legati ai cambiamenti climatici e all’inquinamento.
Il grande obiettivo della Conferenza è quello di definire le strategie per bloccare le emissioni inquinanti entro il 2050

Non dobbiamo più rifare gli stessi errori.

Nella COP25 si è parlato a lungo della necessità di stabilire delle regole per creare un nuovo meccanismo globale di compensazione della CO2.
Di fatto, non è stata ancora stabilita una tariffazione del carbonio che permetta ai Paesi più virtuosi di vendere le proprie quote di CO2 risparmiata ai Paesi che invece hanno superato il limite di emissioni.
Un sistema orientato all’inclusione, insomma, in cui i paesi si sostengono a vicenda in una missione per la neutralità climatica.

Gli esiti della COP25 non furono però positivi poiché la conferenza si chiuse, in pratica, con un “nulla di fatto”.

COP26: si parte con il coinvolgimento dei giovani

La Conferenza delle Parti verrà per la prima volta affiancata da un altro evento che verrà organizzato poco prima in Italia.
A settembre 2021 a Milano si terrà una pre-COP:  i rappresentanti dei Paesi membri esporranno in anteprima le proposte per contrastare l’inquinamento e una prima conferenza coinvolgerà i giovani di tutto il mondo nella discussione dei maggiori problemi ambientali e climatici.

COP26 di Glasgow, su cosa puntare?

Nel corso della COP26, verra ripreso il tema relativo al mercato del carbonio, al centro anche della conferenza precedente.

Si attende inoltre un approfondimento sullo sviluppo delle tecnologie rinnovabili in tutti i paesi e sulla ricerca di soluzioni alternative ai combustibili fossili ed inquinanti.
In particolare è di grande interesse ed attualità lo studio sullo sviluppo di combustibili puliti come l’idrogeno, il quale riveste un ruolo di primaria importanza nell’agenda strategica europea.

Le aspettative sulla prossima COP26 sono alte e gli obiettivi per la neutralità climatica entro il 2050 sempre più ambiziosi.
D'altra parte in questi mesi il tema dell’utilizzo del Recovery Fund sta spostando, in Europa, i temi ambientali e di crescita sostenibile, dal dibattito quasi fine a se stesso all’attualità economica e politica.

Ci auguriamo quindi che la COP26 sia una conferenza di rottura rispetto all’immobilismo della precedente e possa invece riflettere questa nuova, diffusa ed evidente necessità di rimboccarsi le maniche e ripartire con nuove modalità.

 

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